
Un nuovo mandato presidenziale di tre anni
Due dei punti all’ordine del giorno dell’Assemblea generale di quest’anno erano particolarmente attesi. Innanzitutto, l’elezione del nuovo presidente dell’OIV, che per i prossimi 3 anni sarà Luigi Moio. Il nuovo presidente prende il posto di Regina Vanderlinde. In secondo luogo, il rinnovamento del Comitato scientifico e tecnico, con l’elezione dei nuovi presidenti dei suoi organi costitutivi.
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In occasione dell’ultima Assemblea generale, l’OIV ha adottato mediante consenso l’aggiornamento delle definizioni di indicazione geografica e denominazione di origine (OIV-ECO 656-2021). Il Gruppo di esperti “Diritto e informazione del consumatore” (DROCON) della Commissione III “Economia e diritto” dell’OIV ha lavorato per diversi anni a questa risoluzione, al fine di armonizzare le definizioni a quelle attualmente presenti nei principali accordi internazionali sulla proprietà intellettuale.*
Questa risoluzione si inserisce nel percorso normativo dell’OIV, che adottò la prima definizione internazionale di denominazione nel 1947. Poi, nel 1992, adottò la definizione di indicazione geografica riconosciuta e aggiornò quella di denominazione di origine riconosciuta (OIV-ECO 2/92). Con il nuovo testo del 2021, la risoluzione del 1992, divenuta ormai obsoleta, è stata abrogata lasciando il posto a due nuove definizioni in linea con le definizioni internazionali dell’OMPI e dell’OMC.

Cresce l’interesse per le denominazioni geografiche patrimoniali
Queste nuove definizioni tengono conto dell’importanza crescente dell’uso delle denominazioni geografiche, elementi di un patrimonio nazionale, nella designazione dei vini e delle bevande spiritose di origine vitivinicola, nonché il diritto degli Stati membri a proteggere tali denominazioni conformemente agli accordi internazionali. L’OIV ha inoltre voluto ricordare che le indicazioni di provenienza o le denominazioni di origine sono oggetti di proprietà industriale e hanno diritto alla stessa protezione internazionale, in particolare per quanto riguarda le regole di concorrenza sleale.

L’OIV ha svolto da sempre un ruolo decisivo nella definizione, nella promozione e nella protezione dei concetti di denominazione di origine e indicazione geografica. Nelle definizioni del 1992 e in quelle del 2021, che riflettono quelle dell’OMC del 1994 e dell’OMPI del 2015, l’OIV prende in considerazione il ruolo che i marchi di origine hanno progressivamente acquisito nel settore vitivinicolo, pioniere in quest’ambito della proprietà intellettuale.
Le nuove definizioni
Con la nuova formulazione, per indicazione geografica si intende:
Qualunque denominazione protetta da parte delle autorità competenti nel paese di origine, che identifica un vino o una bevanda spiritosa come originari di una specifica area geografica, quando una determinata qualità, la notorietà o altre caratteristiche del vino o della bevanda spiritosa siano essenzialmente attribuibili alla sua origine geografica.
La denominazione di origine, per gli Stati membri che riconoscono il termine, è definita come segue:
Qualunque denominazione riconosciuta e protetta da parte delle autorità competenti nel paese di origine, che consiste o contiene il nome di un'area geografica o un'altra denominazione attraverso la quale è noto che ci si riferisce a tale area, volta a designare un vino o una bevanda spiritosa come originari di tale area geografica, quando la qualità o le caratteristiche del vino o della bevanda spiritosa siano esclusivamente o essenzialmente attribuibili all'ambiente geografico, compresi i fattori naturali e umani, e che ha conferito al vino o alla bevanda spiritosa la sua notorietà.
*Per l’IG si fa riferimento all’articolo 22 dell’Accordo TRIPS (1994), mentre per la DO all’articolo 2.1, punti i) e ii), dell’Atto di Ginevra dell’Accordo di Lisbona (2015). Le definizioni di indicazione geografica e denominazione di origine nuovamente aggiornate dall’OIV includono ormai i concetti di notorietà e di protezione delle autorità competenti degli Stati.

Nella sesta relazione di valutazione presentata all’ultima riunione del Comitato intergovernativo per i cambiamenti climatici dell’ONU (IPCC), gli scienziati avvertono che stiamo modificando il clima in modo irreversibile.
A partire dal 1950, le ondate di caldo sono diventate sempre più frequenti e intense: è quanto emerge dalla nuova relazione del Comitato intergovernativo per i cambiamenti climatici (IPCC). Questo lavoro, redatto da un gruppo di scienziati le cui conclusioni sono approvate dai governi a livello globale, evidenzia inoltre che l’ultimo quinquennio è stato il più caldo mai registrato dal 1850.
Negli ultimi anni abbiamo constatato che il cambiamento climatico ha rappresentato un fattore determinante nell’aumento del rischio e dell’estensione degli incendi. I vigneti non avrebbero, né hanno potuto, sfuggire a questa calamità. Paesi come l’Australia, gli Stati Uniti, il Portogallo, l’Italia e la Grecia si sono trovati in passato o si trovano ora ad affrontare un problema dalle molteplici ripercussioni in ambito enologico.
Gli incendi compromettono la sostenibilità ambientale, modificando il terroir e alterando il profumo e il sapore del vino.
La grande diffusione dei roghi è una conseguenza diretta del surriscaldamento atmosferico causato dalle emissioni di gas serra derivanti dall’attività umana: la siccità e i venti impetuosi fanno divampare rapidamente le fiamme, rendendone difficoltosa l’estinzione. Le alte temperature provocate dagli incendi possono inoltre arrecare gravi danni all’uva e farla seccare fino a renderla inutilizzabile.
Affrontare il cambiamento climatico tramite attività di mitigazione e adattamento è il primo obiettivo della linea strategica I del Piano strategico dell’Organizzazione, “Promuovere una vitivinicoltura rispettosa dell’ambiente”. Piano strategico dell’OIV
Per approfondire l’argomento, invitiamo a prendere visione dell’articolo scientifico liberamente consultabile: “Techniques for Mitigating the Effects of Smoke Taint While Maintaining Quality in Wine Production: A Review” (Tecniche per mitigare gli effetti dei contaminanti derivati dal fumo e preservare la qualità della produzione vinicola: una rassegna).
Le conclusioni della sesta relazione di valutazione redatta dall’IPCC sono disponibili online, sull’atlante interattivo del Gruppo di lavoro I dell’IPCC.


Premi dell'OIV : informazioni e modulo di registrazione per l'edizione 2022 sono disponibili qui.
Registrazione: 1 settembre 2021 - 28 febbraio 2022
Libri stampati nelle 12 categorie.
Strumento digitale interattivo (Siti Web, Webformation) per le categorie : Viticoltura e Vitivinicoltura sostenibile, Enologia, Economia e Diritto vitivinicoli, Storia, Letteratura e Belle Arti, Vino e Salute.
Non si accettano riviste, guide commerciali e siti web commerciali.
Maggiori informazioni: jurydesprix@oiv.int


L'Organizzazione internazionale della vigna e del vino (OIV) rende omaggio alla celebrazione del Congresso mondiale dell’Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN) che si tiene a Marsiglia (Francia) dal 3 all’11 settembre 2021.

L’IUCN è la principale autorità internazionale sullo stato della natura e delle risorse naturali nel mondo e sulle misure per la loro conservazione. Insieme alle fondamentali conferenze delle Nazioni unite sulla biodiversità e sul clima di Kunming e Glasgow, il Congresso dell’IUCN è un importante momento di incontro che permetterà di definire nuovi obiettivi e misure per un futuro sostenibile e salutare per le persone e la natura.
La conservazione della biodiversità e il suo legame con il settore vitivinicolo rappresentano una delle sfide prioritarie del lavoro e dell’azione dell’OIV e dei suoi 48 Stati membri, come evidenziato dal Piano strategico 2020-2024 dell’Organizzazione il cui obiettivo è quello di promuovere una vitivinicoltura eco-responsabile e di preservare le risorse naturali.

Da molti anni l’OIV opera affinché la gestione e la conservazione della biodiversità possano essere integrate in modo sostenibile nel settore. In particolare, la risoluzione OIV-VITI 333-2010, “Definizione di terroir vitivinicolo”, riconosce la biodiversità tra le caratteristiche essenziali del terroir, mentre la risoluzione OIV-CST 518-2016, “Principi generali dell’OIV sulla viticoltura sostenibile”, individua alcuni elementi relativi alla conservazione della biodiversità.
I lavori scientifici più recenti e le ultime risoluzioni approvate ribadiscono l’importanza che l’OIV attribuisce alla biodiversità.
Nel 2018, l’OIV ha pubblicato un importante documento di competenza collettiva sulla biodiversità funzionale nel vigneto.
Inoltre, lo scorso luglio, l’Assemblea generale dell'OIV ha adottato le “Raccomandazioni dell'OIV sulla valorizzazione e sull’importanza della biodiversità microbica nel contesto della vitivinicoltura sostenibile”. Gli Stati membri dell’OIV riconoscono che i microrganismi sono dei potenziali indicatori precoci dell’influenza dei fattori esterni sulla biodiversità del vigneto nel suo complesso e raccomandano di promuovere e incoraggiare lo sviluppo di politiche di valorizzazione quanti-qualitativa dell’abbondanza microbica e della sua biodiversità nel vigneto.