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26 Lug 2020

Programma di borse di ricerca dell’ OIV a sostegno delle aree di programma prioritarie – 2020Tutte le informazioni qui.

26 Lug 2020

Nel costante impegno per servire al meglio gli Stati membri che compongono l’Organizzazione internazionale della vigna e del vino, le risposte sono state analizzate e trasmesse alla piattaforma in questione al fine di migliore questo servizio in occasione di eventuali riunioni virtuali future. Ecco un’analisi e una proposta di chiarimenti. Dalle 150 risposte ottenute (37%) emerge una complessiva soddisfazione, con un voto medio di 8/10. Su 22 riunioni delle 4 commissioni e sottocommissioni, circa la metà degli esperti (48%) ha partecipato a 2-5 riunioni. Incrociando le risposte alle domande 1 e 4, si osserva che la difficoltà di uso della piattaforma si riduce drasticamente all’aumentare della frequenza di utilizzo. Al fine di preparare al meglio le riunioni, l’OIV aveva fornito anticipatamente un manuale d’uso che riportava i passaggi da seguire per un buono svolgimento degli incontri. In considerazione del voto medio generale di 8/10, si valuterà la pertinenza e l’utilità di ripetere tale iniziativa.I punti da migliorareI punti deboli riscontrati al momento del collegamento e della partecipazione sono i seguenti: problemi di connessione internet per il 41% di coloro che hanno risposto al questionario, problemi audio per il 31% e video per il 10%. Il 16% degli esperti ha trovato difficoltoso l’utilizzo della piattaforma KUDO: si evidenzia che l’11% ha avuto difficoltà a richiedere l’accesso al floor (lo spazio per prendere la parola). Si ricorda che la richiesta di prendere la parola su KUDO avviene in due passaggi: prima l'esperto chiede la parola, poi il moderatore accetta la richiesta affinché l’esperto possa apparire sul floor e parlare. La piattaforma KUDO è strutturata in modo da poter accogliere un massimo di 5 persone sul floor. Questa mancanza di visibilità nel corso delle riunioni è stata un problema per il 20% degli esperti che hanno risposto. La limitazione del numero di persone è dovuta alla larghezza di banda richiesta da KUDO e alla scelta dell’OIV di considerare il floor alla stessa maniera della tribuna delle riunioni in presenza.Altri problemi minori sono stati la fascia oraria scelta per le riunioni (8%), la perdita della password (9%) o i firewall che hanno impedito l’uso di KUDO (9%), aspetti di cui va tenuto conto per il futuro. Ciò nonostante, malgrado le difficoltà riscontrate, l’83% degli esperti che hanno risposto al questionario concordano nell’affermare che questi problemi tecnici sono stati risolti efficacemente da parte della squadra tecnica messa a disposizione per l’occasione. Infatti, per l’intera durata del mese delle riunioni è stato attuato un monitoraggio costante dei problemi riscontrati da ogni partecipante. I punti di forza della piattaformaParallelamente, possiamo menzionare i punti di forza dell’uso di questa piattaforma per lo svolgimento delle riunioni primaverili. L’83% ha apprezzato la presenza della traduzione simultanea. L’uso della piattaforma KUDO ha permesso agli esperti di seguire le riunioni nelle 5 lingue ufficiali dell’OIV, conditio sine qua non che ha determinato la scelta di KUDO da parte dell’OIV. Il 68% ha indicato che uno dei principali vantaggi è stata la possibilità di connettersi dal proprio paese di origine. L’organizzazione delle riunioni virtuali non solo ha permesso ai lavori di andare avanti, con 18 risoluzioni fatte avanzare alla fase 7, ma ha anche comportato un aumento del 56% della partecipazione degli esperti rispetto all’anno precedente. Malgrado l’assenza di contatto diretto, si osserva che la grande maggioranza dei partecipanti è complessivamente soddisfatta (7/10) dell’interazione e della presa di parola consentite dall’uso di questa piattaforma.Questa prima parte del questionario si chiudeva con una domanda a risposta aperta in cui gli esperti erano invitati a fare dei suggerimenti per migliorare le future riunioni dell’OIV su questa piattaforma. L’OIV ha preso atto delle 85 risposte ricevute e ha trasmesso i commenti a KUDO. Le principali tendenze che emergono da tali risposte riguardano l’ottimizzazione della chat (canale diretto verso l’operatore, maggior chiarezza nelle chat private, ecc.), la necessità di identificare chiaramente l’oratore e la procedura di registrazione, un po’ laboriosa. Alcuni suggeriscono inoltre di utilizzare KUDO per i gruppi di lavoro telematici, in modo da poter acquisire familiarità con la piattaforma. Identikit degli esperti dell’OIV e tendenze incrociateIn un secondo momento, è stato inviato un questionario facoltativo mirato a tracciare un identikit dell’utilizzatore-tipo durante le riunioni del mese di giugno. L’esperto-tipo lavorava dal proprio domicilio (59%), su un computer professionale (64%), portatile (57%) e che aveva meno di 3 anni (42%). L’86% utilizzava Windows come sistema operativo e Google Chrome come navigatore (91%). La connessione WiFi è stata preferita dal 57%, mentre il 43% utilizzava la fibra ottica. Le periferiche erano principalmente quelle del computer, con l’86% che utilizzava la videocamera integrata e il 39% l’audio integrato, la stessa percentuale utilizzava anche le cuffie. Infine, tra le persone che non hanno partecipato alle riunioni, il 53% non si è connesso per mancanza di tempo piuttosto che per difficoltà tecniche. L’elaborazione di questo profilo ci permette di comprendere, incrociando i dati, l’origine di alcune difficoltà. Ad esempio, per richiedere senza problemi la parola era necessario l’uso del navigatore Chrome. Nel primo grafico vediamo che il 13% degli esperti che hanno utilizzato questo navigatore ha riscontrato problemi nel prendere la parola, mentre ne hanno avuti il 60% degli utilizzatori di Firefox. Si può osservare inoltre che le persone che utilizzavano il 4G hanno avuto molte più difficoltà di connessione (66%) rispetto a quelle che utilizzavano una connessione via cavo o la fibra ottica (38% rispettivamente). Infine, molti dei problemi di audio e video possono essere spiegati dal mancato uso di periferiche adeguate: ad esempio, l’uso di cuffie esterne ha permesso di ridurre i problemi audio dal 37% al 16%. In seguito a una riunione di aggiornamento con KUDO e ai feedback sul questionario, verrà redatto un secondo documento con l’elenco delle questioni da risolvere prima delle prossime riunioni. Clicca qui per vedere le foto delle riunioni

26 Lug 2020

In base al The Global Burden of Desease (GBD), uno studio epidemiologico di ampio respiro condotto a livello mondiale che descrive la mortalità e la morbidità delle principali malattie, lesioni e fattori di rischio per la salute, l’esperta di Wine Information Council ha fatto una presentazione sull’importanza dell’analisi critica delle pubblicazioni scientifiche e sulla necessità di considerare i risultati in prospettiva e nel contesto appropriato.Nel momento in cui si analizza il consumo di alcolici, è importante inserire i risultati nel contesto della dieta e dello stile di vita. Noi non beviamo alcol, per essere precisi, ma beviamo birra, vino, liquori; e non beviamo soltanto, ma mangiamo anche. Esistono poi altri fattori che hanno un’influenza sulla nostra salute. In sintesi, è necessario osservare il contesto, e non solo il consumo di alcol.È davvero importante considerare lo stile di vita. Per esempio, è importante definire se si beve in maniera moderata o occasionalmente. Volendo considerare il consumo di alcol, si deve tener conto di vari fattori: se si beve ai pasti o fuori pasto, il tipo di bevanda, la dieta, il fumo e l’attività fisica, nonché il livello socioeconomico.Durante l’incontro del Gruppo di esperti si è discusso a lungo dell’importanza di un’analisi critica delle pubblicazioni scientifiche. Gli esperti si accingono a preparare un documento sulla valutazione dei vantaggi e degli svantaggi di differenti modelli epidemiologici e dei relativi limiti riguardanti l’interpretazione dei loro risultati. Il Gruppo di esperti inoltre lancerà un nuovo piano di lavoro per determinare se esiste una differenza tra gli effetti del consumo di alcol, e in particolare di vino, se studiati isolatamente o all’interno di una dieta. Si tratta di una parte importante della ricerca che è necessario effettuare. Sembra che sia vantaggioso considerare i modelli di alimentazione piuttosto che i singoli nutrienti o gli alimenti presi individualmente. Gli alimenti non vengono consumati separatamente e i loro effetti sulla salute sono cumulativi o perfino sinergici.Per maggiori informazioni si prega di contattare Barbara Iasiello, capo dell’unità “Sicurezza e salute” sanco@oiv.int È importante inserire i risultati nel contesto della dieta e dello stile di vita

26 Lug 2020

Proprio perché la pandemia colpisce tutti, per la prima volta l’Organizzazione ha tenuto le riunioni online. Inevitabilmente, l’attuale crisi sanitaria ha avuto un posto di primo piano in tali incontri.I gruppi di esperti ECOMAR (Analisi economica, mercati e consumo) e STATCO (Statistiche e congiuntura) sono stati invitati a rispondere a un questionario sull’impatto della crisi. La risposta è venuta dai principali paesi vitivinicoli (circa 15) e i risultati sono stati presentati durante le riunioni tenute durante il mese di giugno.In questo articolo presentiamo una sintesi dei principali risultati del questionario, individuati e discussi dagli esperti dell’OIV. Il riassunto delle conclusioni è opera di Françoise Brugière, vicepresidente del Gruppo ECOMAR. Françoise Brugière, vicepresidente del Gruppo ECOMARUna crisi preceduta da una situazione difficileÈ piuttosto spinoso effettuare un’analisi quantitativa del commercio internazionale di vino nella prima metà del 2020. In verità, la crisi sanitaria è sopraggiunta dopo una fine 2019 perturbata in Cina e a Hong Kong, e in maniera più specifica in Francia, dai dazi imposti da Trump. Con l’arrivo della pandemia, secondo gli esperti dell’OIV, sono sorti problemi logistici causati dall’introduzione di protocolli sanitari all’entrata di porti e aeroporti, dalla sospensione dei viaggi passeggeri, dalla priorità e dall’attenzione date a chi trasportava attrezzature mediche, e poi dalla necessità di garantire gli approvvigionamenti di base. Di conseguenza, con o senza l’inclusione dei vini, i problemi sono durati per settimane. Nondimeno, il commercio mondiale di vino ha registrato una caduta di valore del 6,3% a febbraio e del 10,7% a marzo (rispetto a febbraio e marzo 2019). Più specificamente, le importazioni dalla Cina sono diminuite di un quarto, sia in volume che in valore, nei primi 4 mesi del 2020, rispetto agli ultimi 4 mesi del 2019. Il Brasile, la Svizzera e la Francia (nei 4 mesi), e il Regno Unito, la Germania e la Russia (nei 3 mesi noti) hanno ridotto le importazioni, che invece sono aumentate da USA, Canada e Irlanda (in valore) come anche da Spagna e Repubblica ceca (in volume). L’andamento dei prezzi è chiaramente in discesa per tutti i paesi.Impatto complessivo e misure adottateIn tutti i paesi l’interruzione dei flussi turistici e la chiusura di bar e ristoranti hanno condotto a un netto declino dei punti vendita. Il passaggio alle vendite per consumo familiare è stato assai parziale e ha riguardato principalmente prodotti meno cari, specie con la diffusione delle vendite di tipo bag-in-box.Le azioni di marketing B2B e specialmente le principali fiere internazionali sono state cancellate, come anche gli eventi enologici. Inoltre, non sono state più organizzate gare e degustazioni. Attualmente si cerca di proporre delle versioni digitalizzate di questo tipo di eventi, con reazioni alquanto nebulose.In tutti i paesi sono state introdotte delle misure di aiuto statale, più o meno generose, a favore di tutti i settori, per sostenere l’occupazione tramite aiuti alle aziende tramite apporti di liquidità. Le società grandi e piccole, dai rivenditori specializzati ai produttori di vino e alle cantine cooperative, hanno sviluppato azioni di e-commerce con la consegna o le opzioni “click & collect”, più per mantenere i contatti con i clienti che per generare introiti significativi.I danni al raccolto nell’emisfero meridionaleI paesi dell’emisfero meridionale, colti di sorpresa, hanno dovuto agire d’urgenza per portare a termine il raccolto. Si sono dovuti confrontare con situazioni difficili in termini di mobilità della forza lavoro, applicazione delle norme sanitarie per i lavoratori delle vigne e delle cantine (fornitura di dispositivi di protezione sanitaria individuale, gel idroalcolico e mascherine, rotazione dei turni di lavoro evitando i contatti, ecc.).In particolare, in Sud Africa l’industria vinicola ha dovuto affrontare la proibizione totale delle vendite di alcolici sul mercato interno, e per diverse settimane anche le esportazioni di vino sono state bloccate. Dopo lo svolgimento di trattative specifiche, sono state di nuovo permesse le operazioni in cantina, il trasporto e l’esportazione di vino.Preoccupazioni per le sfide presenti e futureDal punto di vista economico, si prevede che nel breve termine le giacenze accumulate durante le settimane del lockdown, specialmente per i prodotti di maggior valore, porteranno alla caduta dei prezzi. L’imminente raccolto nell’emisfero settentrionale potrebbe esacerbare questa situazione. Nel medio termine, in tutti i paesi ci si aspetta il fallimento di molte aziende legate al turismo e alla vendita al dettaglio a causa della caduta della domanda, con conseguenze immediate per i loro fornitori. La prevedibile crisi economica ed eventualmente finanziaria avrà probabilmente un impatto sul settore del tempo libero, riconcentrando il budget di molte famiglie sui prodotti di prima necessità.A un livello più psicologico, la crisi sanitaria, il confinamento di metà della popolazione mondiale per diverse settimane e la persistenza del rischio epidemico potrebbero minacciare a lungo termine il valore della condivisione e della convivialità che spinge il consumo di vino nel mondo.Se a causa di questa crisi si consoliderà a livello inconscio il bisogno di stare da soli per essere al sicuro e l’idea che un gruppo di più di 10 persone costituisca un potenziale focolaio di contagio, la ripresa del consumo di vino di qualità sarà compromessa.E adesso?I due gruppi di esperti, in linea con il Piano strategico dell’OIV e per le questioni di cui sono responsabili, si propongono di lavorare su piani differenti di analisi e stanno organizzando del lavoro da remoto per i mesi a venire sui seguenti punti:

  • evoluzione delle giacenze mondiali di vino,
  • cambiamenti nei modelli di consumo (canali di distribuzione, occasioni per i consumatori, marchi di qualità, prezzi, ecc.),
  • evoluzione dell’enoturismo e, più ampiamente, monitoraggio del settore turistico e della ristorazione,
  • cambiamenti degli strumenti di gestione della crisi,
  • digitalizzazione del settore vinicolo (marketing, vendite, certificazioni digitali, ecc.).
* Le riunioni di primavera dell’OIV sono un’occasione di incontro per i nostri gruppi di esperti. Tali gruppi sono responsabili dello studio delle questioni scientifiche e tecniche nell’ambito del Piano strategico dell’OIV e ciascuno di essi è legato/relazionato per argomento alla rispettiva Commissione Vedi Organigramma del Comitato scientifico e tecnico dell’Organizzazione. Per la prima volta l’Organizzazione ha tenuto le riunioni online. Inevitabilmente, l’attuale crisi sanitaria ha avuto un posto di primo piano in tali incontri

09 Lug 2020

Ingegnere generale del genio rurale, delle acque e delle foreste di Francia, Georges Dutruc-Rosset ha seguito un’eccezionale carriera nell’amministrazione agricola d’oltralpe. Divenuto assistente del direttore dipartimentale dell’Agricoltura e della selvicoltura del Passo di Calais, della Senna e Oise e del Gard e capo missione per la gestione del parco nazionale delle Cevenne dal 1967 al 1972, ha successivamente guidato numerose organizzazioni: direttore generale della Società per la valorizzazione dell’Alvernia e del Limosino a Clérmont-Ferrand (SOMIVAL) (1972-1975),assistente del direttore dell’Ufficio nazionale interprofessionale dell’allevamento e delle carni (ONIBEV) (1976-1980),assistente del direttore della pianificazione presso il ministero dell’Agricoltura e della selvicoltura (1981-1986),capo missione dei “Programmi integrati mediterranei” (PIM) (1986-1987),direttore dell’Ufficio nazionale interprofessionale della frutta, degli ortaggi e dell’orticoltura (ONIFLHOR) (1987-1993),direttore dell’Ufficio interprofessionale delle carni, dell’allevamento e dell’avicoltura (OFIVAL) (1993-1995). Nel suo ruolo di capo gabinetto del ministro dell’Agricoltura, della pesca e dell’alimentazione Philippe Vasseur (1995-1996), venne proposto come candidato della Francia per succedere a Robert Tinlot alla direzione generale dell’OIV. Eletto in Sud Africa nel 1966, mantenne l’incarico sino al 2003, quando gli successe Federico Castellucci. Il suo mandato fu consacrato principalmente alla revisione e alla riforma dell’OIV e durante questo vennero negoziati e approvati l’Accordo del 3 aprile 2001 istitutivo dell’Organizzazione e il Regolamento interno dell’OIV. Ex-capitano di vascello, Georges Dutruc-Rosset ha ricevuto le onorificenze francesi di ufficiale della Legione d’onore e del Merito nazionale, commendatore del Merito agricolo e membro dell’Accademia d’agricoltura di Francia. La sua profonda passione per la caccia lo portò a ricoprire l’incarico di commissario dei territori di Rambouillet e di Marly-le-Roy al termine del suo mandato all’OIV. L’Organizzazione internazionale della vigna e del vino onora la memoria del suo ex direttore che ha posto le sue capacità al servizio della riforma dell’OIV e porge alla moglie Yvonne e ai suoi figli le sue più sentite condoglianze.Georges Dutruc-Rosset

28 Giu 2020

Lo scorso giovedì 25 giugno Pau Roca ha partecipato alla conferenza “Wine Vision 2040” organizzata dal Centro di ricerca enologica dell’UBC, durante la quale i leader del settore vitivinicolo hanno presentato i loro punti di vista sul futuro dell’industria del vino. L’evento, moderato da Jacques-Olivier Pesme, direttore del Centro di ricerca enologica dell’UBC, ha visto inoltre la partecipazione di Laura Catena (amministratrice delegata di Bodega Catena Zapata e fondatrice e membro del consiglio di Catena Institute of Wine), Linda Reiff (presidente e amministratrice delegata della Napa Valley Vintners Association) e Pierre-Louis Teissedre (professore presso l’Istituto di scienze della vigna e del vino (ISVV) dell’Università di Bordeaux ed esperto dell’OIV).Il direttore generale dell’OIV ha insistito sul fatto che esiste solo un pianeta vinicolo (One Wine Planet), da cui il titolo del suo intervento, e ha spiegato il come e il perché dobbiamo curarlo nel migliore dei modi. Volendo riassumere l’intervento di Roca in pochi semplici concetti, questi sarebbero: anticipazione, evoluzione, conservazione e resilienza. La situazione attuale è un interessante punto di svolta per ricominciare, dato che “ogni crisi è parte di un’evoluzione e noi dobbiamo osservare come evolvono gli altri sistemi”, ha affermato il direttore generale. Il cambiamento climatico sarà senza dubbio una sfida ancora più grande. A suo avviso, da adesso in poi “la priorità assoluta deve essere mantenere in vita questo pianeta”. In termini biologici, ciò può avvenire prestando attenzione al funzionamento degli ecosistemi maturi, nei quali lo spreco di energia è minimo nonostante la loro complessità. Questa idea fondante, recentemente sviluppata dal direttore generale dell’OIV, mette in discussione il modo in cui l’economia ricreerà i propri modelli. Per elaborare modelli futuri, dobbiamo osservarne altri e vedere come i “principali ecosistemi, pur nella loro complessità e diversità, sono energeticamente efficienti”.Pau Roca è certo che “l’economia futura non misurerà la prestazione umana in termini di crescita, ma di conservazione della natura”. Il settore vitivinicolo è consapevole del problema del cambiamento climatico ed è pioniere nell’adozione di comportamenti confacenti. L’attento monitoraggio delle colture e l’impiego di registri storici confermano questo rapporto di vecchia data. Infine, Roca ha concluso menzionando due delle principali risorse del settore. Innanzitutto, l’efficiente catena di valore propria del settore vitivinicolo: la grande segmentazione dei prezzi e il forte legame con il territorio e con le origini sono indubbiamente elementi vantaggiosi per la filiera. In secondo luogo, la molteplicità degli attori, “dato che diversità e complessità sono elementi primari per la performance complessiva e la resilienza”, ha riassunto il DG.In conclusione, Pau Roca sostiene che l’economia del vino potrebbe essere un “paradigma di sostenibilità” e possiede molti degli elementi per avere successo in un’economia futura.

04 Giu 2020

Il 29 maggio scorso l’OIV ha organizzato il webinar “Harvest management during Covid-19 crisis in the Southern Hemisphere – what can we learn from it?” [Gestione del raccolto durante la crisi del Covid-19 nell’emisfero australe: quali lezioni trarne?). Cinque esperti da Australia, Nuova Zelanda, Sud Africa, Cile e Argentina hanno discusso della difficile situazione che si sono trovati ad affrontare negli ultimi tre mesi:

  • Tony Battaglene, amministratore delegato di Australian Grape and Wine Incorporated,
  • Jeffrey Clarke, direttore generale degli affari legali di New Zealand Winegrowers,
  • Yvette Van Der Merwe, direttrice esecutiva di South Africa Wine Industry Information and Systems (SAWIS),
  • Aurelio Montes, presidente di Vinos de Chile,
  • Daniel Rada, direttore dell’Observatorio Vitivinícola Argentino e docente di Economia internazionale presso l’Università nazionale di Cuyo, Argentina.
Condividendo i propri punti di vista ed esperienze, ciascun relatore ha fornito informazioni preziose a coloro che, nell’emisfero boreale, intraprenderanno tra qualche mese la vendemmia.Con la moderazione di Antonio Graça (Portogallo), segretario del Gruppo di esperti dell’OIV “Sviluppo sostenibile e cambiamento climatico”, il webinar ha registrato l’assistenza di 518 persone da 46 paesi diversi. Per chi non avesse avuto la possibilità di vederlo in diretta, l’intero webinar è disponibile qui: In questo articolo se ne riassumono i punti salienti.Soluzioni governative efficientiIn Nuova Zelanda il settore vitivinicolo ha lavorato a stretto contatto con il governo che, nelle parole di Jeffrey Clarke, “ha fornito soluzioni realmente efficienti e ha riposto fiducia nel settore”, consentendo il successo ottenuto. Portare a termine la vendemmia e la vinificazione evitando la diffusione del contagio da Covid-19, rispettando le stringenti misure di contenimento della pandemia, è stato “particolarmente difficile”, ma “possibile”, sostiene Clarke. Nonostante l’evidente successo della gestione, è stata registrata una “certa riduzione dei volumi del raccolto laddove la vendemmia manuale non era possibile” oltre a “un considerevole aumento dei costi e dello stress”.In Australia è stato fondamentale “poter contare su una fonte affidabile unica” e Tony Battaglene ha spiegato come l’Australian Grape and Wine Incorporated sia divenuta portavoce sui media e punto di contatto governativo per le misure di sostegno. ”In assenza di tali misure non sarebbe stato possibile rimanere in attività e concludere la vendemmia”, ha affermato il relatore. Battaglene ha spiegato come durante la crisi del Covid-19 sono stati assicurati la circolazione della forza lavoro, il trasporto delle merci e le forniture per il settore vitivinicolo australiano grazie all’adozione di misure quali:
  • piani di gestione del rischio,
  • protocolli di pulizia,
  • igiene e disponibilità sufficiente di prodotti di sanificazione,
  • distanziamento sociale e definizione di turni,
  • protocolli di tracciabilità.
Inoltre, Battaglene ha sottolineato l’importanza degli strumenti digitali, che hanno permesso di svolgere telematicamente degustazioni, eventi vinicoli e programmi turistici virtuali. Ha però espresso anche la propria preoccupazione per il futuro: “Il vero impatto economico deve ancora farsi sentire. Per molte piccole imprese il peggio deve ancora arrivare: siamo infatti entrati in una recessione, l’occupazione tarderà a tornare ai livelli pre-Covid e ci sarà bisogno di molto tempo per recuperare la fiducia delle aziende e dei consumatori”. Trovare soluzioni creativeIn Sud Africa, dall’inizio della pandemia fino al 23 marzo, la vitivinicoltura non è stata inclusa tra le attività agricole essenziali, complicando la situazione del settore, aggravata ulteriormente dal divieto di vendita di alcolici nell’intero mercato del Sud Africa.Come ha affermato Yvette Van Der Merwe, solo il 26 marzo “le attività di raccolta e stoccaggio sono state considerate essenziali per evitare la perdita di beni agricoli primari”. Valutando “diverse misure adottate dal governo in materia di esportazioni e di mercato locale, sono stati identificati alcuni elementi cruciali”, ha detto la relatrice, in particolare diverse iniziative quali:
  • individuazione di nuove modalità creative di consolidare le relazioni coi clienti,
  • identificazione di opportunità,
  • e-commerce e vendite dirette/online,
  • digitalizzazione/sviluppo e applicazione di tecnologia,
  • nuove collaborazioni,
  • rafforzamento della collaborazione e della relazione coi clienti.
La previsione è essenzialeDaniel Rada ha analizzato il modo in cui il settore vitivinicolo argentino ha affrontato il Covid-19, elencando le misure adottate per portare a termine il processo. All’inizio della sua presentazione, Rada ha messo in guardia l’emisfero boreale insistendo sull’importanza della previsione. Tra le misure adottate durante la crisi, il relatore ha evidenziato:
  • uso di strumenti digitali quali elementi fondamentali nell’esecuzione delle attività,
  • aumento del tasso di impiego delle tecnologie disponibili,
  • disseminazione di informazioni a tutti gli attori della filiera,
  • concessione di prestiti governativi intesi a sostenere i costi della manodopera delle aziende vinicole,
  • mantenimento dei livelli occupazionali,
  • formazione e istruzione.
Aurelio Montes ha affermato che a febbraio, all’inizio della crisi sanitaria, in Cile era già in corso la vendemmia delle uve bianche. A marzo, vista la gravità della pandemia, il raccolto è stato “accelerato”. Nel timore delle misure governative che avrebbero potuto essere adottate, l’associazione Vinos de Chile ha organizzato diversi incontri con le autorità cilene per sostenere l’importanza della mobilità dei lavoratori durante il raccolto. Secondo il relatore, era fondamentale evitare l’interruzione delle attività in vigna. “Le autorità sono state molto costruttive e si sono rese conto del forte impatto che avrebbe generato l’eventuale imposizione di ostacoli eccessivi alla mobilità dei lavoratori. Pertanto, i lavori sono continuati, ma attuando misure per la protezione del personale, come il distanziamento sociale, mascherine, guanti, igiene delle mani, aumento dei turni (in particolare in cantina), ecc.”, ha spiegato Montes.In tal modo, nonostante la minaccia della pandemia, la vendemmia in Cile si è svolta abbastanza bene. “Abbiamo concluso il raccolto nella terza settimana di aprile, all’epoca il contagio in Cile era molto basso”, ha affermato il relatore, che si è congratulato con i lavoratori cileni, che “hanno continuato a lavorare con grande responsabilità e passione, senza assentarsi un solo giorno”. Guardando alle conseguenze della crisi, secondo Aurelio Montes il problema maggiore è di natura commerciale, vista la diminuzione del consumo sul posto. “Le vendite online hanno in piccola parte compensato le scarse le vendite sul posto (che rappresentano il 75% delle nostre vendite totali). Ma fortunatamente, nell’emisfero nord le cose stanno migliorando e la Cina, che per noi costituisce un mercato importante, sta riaprendo”, ha concluso.
CONCLUSIONI
Resilienza, pianificazione e trasparenza sono fattori chiave“Mettendo a frutto quanto appreso dalle crisi passate, ci si può preparare per gestire meglio le crisi future”. Il moderatore Antonio Graça ha introdotto le sue conclusioni sottolineando l’importanza della trasparenza nella gestione della crisi del Covid-19, come menzionato dal relatore della Nuova Zelanda, Jeffrey Clarke. E ha aggiunto: “la trasparenza di tutti i processi, non solo durante questa crisi, ma per la pianificazione di qualsiasi crisi futura, dà un senso di fiducia a tutte le parti e ai portatori di interesse della catena di valore”. In tal senso, Graça ha altresì ricordato un altro aspetto chiave citato da Yvette Van Der Merwe: l’importanza del coordinamento. “Unito a una solida pianificazione, il coordinamento di tutti gli attori è fondamentale e può determinare il successo o il fallimento di qualsiasi sforzo inteso in tal senso”. Finalmente, una spinta alla digitalizzazione “Avevamo già a disposizione numerosi strumenti digitali, ma non c’era una ragione impellente che ci spingesse a usarli. Ora che voi (nell’emisfero australe) li avete utilizzati a causa della crisi, non si tornerà indietro”, ha dichiarato il moderatore, spiegando che è “molto importante per l’emisfero boreale [rendersi conto] che a volte disponiamo di soluzioni che non utilizziamo, non perché inadeguate o impraticabili, ma semplicemente perché siamo abituati a fare le cose come le abbiamo sempre fatte e abbiamo la tendenza a resistere al cambiamento”. Ha quindi concluso affermando: “uno sforzo coordinato per superare quella resistenza è sempre un buon punto di partenza per uscire in buone condizioni dalla crisi”.Antonio GraçaIl coordinamento con i governi e le autorità locali è fondamentaleIl coordinamento con tutti gli attori del settore è molto importante. Sono necessari meccanismi e strumenti di comunicazione chiari per far passare il messaggio che il settore vitivinicolo è fondamentale e che riveste un ruolo importante nella vita delle comunità rurali in termini occupazionali, economici, paesaggistici, ecc.Il coordinamento con le autorità governative è necessario per garantire una continuità efficace e sicura delle operazioni durante la crisi, ma anche per garantire il sostegno finanziario e organizzativo post-crisi e permettere agli operatori di riprendersi dalle sue conseguenze. Il ruolo dell’OIVLa pandemia di Covid-19 ha dimostrato che l’OIV ha gli strumenti per ricoprire una posizione di primo piano nella gestione di una crisi. Innanzitutto, il messaggio del ruolo fondamentale della vitivinicoltura deve essere evidenziato e promosso. In secondo luogo, la condivisione di esperienze e informazioni in caso di gravi crisi o cambiamenti tecnologici può risultare utile ai governi e al settore per adattarsi meglio alle nuove condizioni. Senza alcun dubbio, l’OIV deve rimanere una controparte importante dei governi.

19 Mag 2020

On 29 May at 12pm CET, the OIV will hold a webinar on how the pandemic hit the Southern Hemisphere during the grape harvest. 5 speakers from the Southern Hemisphere will explain how the vitivinicultural sector adapted to the situation on short notice to ensure the continuity of the grape harvest, what means and tools were implemented and what consequences it had.PROGRAMMEIn the current situation, it is the role and privilege of the International Organisation of Vine and Wine (OIV) to help inform and support the wine sector. The OIV relies on an international panel of experts from 47 countries and works on sharing and disseminating good practices throughout the world.Moderated by Antonio Graça, Secretary of the Sustainable Development and Climate Change experts group of the OIV (Portugal), this webinar will bring together five speakers from Argentina, Australia, Chile, New Zealand and South Africa to discuss the challenges of managing the COVID 19 crisis at grape harvest time in the Southern Hemisphere.SPEAKERSTony Battaglene, AustraliaChief Executive of Australian Grape and Wine IncorporatedJeffrey Clarke, New ZealandGeneral Manager Advocacy & General Counsel of New Zealand WinegrowersYvette Van Der Merwe, South AfricaExecutive Manager, South Africa Wine Industry Information and Systems (SAWIS)Aurelio Montes, ChilePresident, Wines of ChileDaniel Rada, ArgentinaDirector, Argentine Wine Observatory / Professor of International Economics, National University of Cuyo, Argentina MODERATORAntónio GraçaHead of Research and Development at Sogrape Vinhos SA, Secretary of Sustainable Development and Climate Change experts group - OIV

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OIV Webinar [EN]Friday 29 May 12 pm (CET)Please register hereAbout the speakersTony BattagleneTony Battaglene is the Chief Executive of Australian Grape and Wine Incorporated (Australian Grape & Wine). Australian Grape & Wine is Australia’s national association of grape and wine producers, representing their interests at the national and international level. Australian Grape & Wine was incorporated on 1 February 2019 after Winemaker’s Federation of Australia (WFA) and Wine Grape Growers Australia merged to form a single representative body. Prior to taking on the Chief Executive role at Australian Grape and Wine, Tony Battaglene was Chief Executive of WFA.Vice president of the Economy & Law OIV commission Tony Battaglene as had a distinguished career working in the research, policy and agri-political space. He has worked as a scientist and economist before moving into a policy role with the Australian government.Jeffrey ClarkeJeffrey Clarke has been General Manager Advocacy & General Counsel of New Zealand Winegrowers since 2014. New Zealand Winegrowers is the unified national organisation for all of New Zealand's winemakers and independent grape growers. The organisation currently has approximately 700 grower members and 700 winery members.He is a Vice-President of FIVS (International Federation of Wines and Spirits), represents New Zealand industry at meetings of the International Organisation of Vine and Wine, and is a Director of The Tomorrow Project, a social change charity working to make responsible drinking the norm in New Zealand.Yvette van der MerwePresident of the Expert group on Economic analysis, markets and consumption under the Economy Commission at the OIV, Yvette van der Merwe is the Chief Executive Officer of South African Wine Industry and Systems (SAWIS). She deals with certification of wine in terms of the Wine of Origin Scheme of the Liquor Products Act and the management of statistical information in terms of the Marketing of Agricultural Products Act.Aurelio MontesAurelio Montes is a graduate Agricultural Engineer from the Catholic University of Chile and a renowned Chilean oenologist. He is a pioneer in hillside plantations in Chile and contributed to the recognition of Chilean wines abroad. Aurelio's own winery, Montes Wines, pays specific attention to the development of a sustainable culture at all stages of the production process. He also worked on wine-growing regions that were originally not planted with vines and explored new areas to cultivate vines.Daniel RadaGraduated in Economics, Daniel Rada is Tenured Professor of International Economics at the Faculty of Economic Sciences, of the National University of Cuyo, and Lecturer in International Monetary Economics at the same university.From 2008 to 2014, he worked as Assistant General Manager of the Corporación Vitivinícola Argentina (COVIAR), in charge of the Administration and Financial Management. During this period, he was involved in issues related to the wine industry, addressing aspects of corporate strategy development, sectoral studies, monitoring of the strategic plan (development of goals, indicators, etc.), project evaluation and development of information on the vitivinicultural sector.He was in charge of the formulation and implementation of the Argentine Wine Observatory project and is currently its Director.About the moderatorAntónio GraçaAntónio Graça is the Head of Research and Development at Sogrape Vinhos SA. He holds a MSc. degree in Oenology. In 2009, he cofounded PORVID - Portuguese Association for Grapevine Diversity, being in its Board of Directors since. He acts as Secretary with the Sustainable Development and Climate Change expert group of the OIV. He assisted in the creation of the first European research agenda for the wine industry by the CEEV - Comité des Entreprises Européennes de Vin, published as position paper in 2016. Antonio has published several scientific works, co-authored OIV expertise documents and is currently focusing on genetic resources conservation, climate change adaptation, resilience and precision management of production systems.

18 Mag 2020

È con rammarico che dobbiamo informarvi della cancellazione/rinvio del 43º Congresso mondiale della vigna e del vino dell'Organizzazione internazionale della vigna e del vino, che avrebbe dovuto celebrarsi nel 2020 a Santiago del Cile (Cile). Abbiamo ricevuto contestualmente la comunicazione dell'Uzbekistan di voler rinviare il congresso previsto per il 2021 a Samarcanda. Il Congresso mondiale della vigna e del vino rappresenta un momento cruciale delle attività dell'OIV. Ospitato storicamente ogni anno da uno dei 47 Stati membri dell'Organizzazione, il congresso è un luogo di incontro per scienziati di diverse discipline e di condivisione di opinioni e conoscenze. È l'occasione per presentare i risultati dei lavori svolti negli ambiti della viticoltura, dell'enologia, dell'economia e dello sviluppo normativo del settore, nonché della sicurezza alimentare e degli effetti sulla salute. Per il 2020, scienziati provenienti da tutto il mondo erano stati invitati in Cile per presentare i propri lavori e condividere le proprie esperienze sul tema “Adattamento a nuovi scenari: le sfide della produzione, della società e del mercato”. L'OIV sta lavorando a nuove modalità di promozione dei congressi in modo da compensare la cancellazione di questi convegni nei prossimi due anni. Maggiori informazioni verranno comunicate a tempo debito. Nel frattempo, è possibile consultare le pubblicazioni degli abstract dei passati congressi al seguente link. A nome del comitato organizzativo in Cile e del Segretariato dell'OIV, cogliamo l'occasione per ringraziarvi dell'attenzione e speriamo di poter contare sulla vostra partecipazione al prossimo Congresso mondiale della vigna e del vino. Restiamo a disposizione per qualsiasi domanda che vorrete porci al riguardo scrivendo a papers[at]oiv.int. Riguardatevi. I più cordiali saluti da parte dell’OIV.

14 Mag 2020

In an effort to keep the pace of the digitalisation process that is currently affecting all sectors of the economy, including the international public sector, the OIV intends to contract a consultant/partner to collaborate on the design and planification of a comprehensive and detailed strategy of digital transformation of the organisation.Behind this project there is the awareness that the OIV needs a global view on IT projects to update and optimise its capacity and efficiency in terms of both internal/external communication with its stakeholders and data/information management.All information here

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